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Scarcerazione di un assistito dell'Avv. Riccardo Prisciano: era stato aggredito in carcere.

  • priscianoriccardo2
  • 1 set 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Non tornerà più in carcere il giovane detenuto friulano che, qualche settimana fa, era stato aggredito all’interno della casa circondariale di Via Spalato da un altro detenuto: a decretarlo è stato un provvedimento emesso nei giorni scorsi dal Magistrato di Sorveglianza, dott.ssa Mariangela Cunial.

L’Avv. Riccardo Prisciano, che è stato nominato difensore di fiducia dal detenuto e dai suoi famigliari subito dopo la violenta aggressione patita, esprime profonda soddisfazione per il provvedimento emanato:-<<ringrazio la dott.ssa Cunial per il provvedimento emesso, sintomo che la Magistratura di Sorveglianza qui ad Udine è attenta, preparata, competente e profondamente informata ai principi costituzionali che guardano ad una pena tendente alla rieducazione e non meramente afflittiva, ovvero ispirata a quei principi che vedono nella detenzione in carcere l’extrema ratio dell’Ordinamento. Non vi era più alcun motivo tale per cui il mio assistito continuasse a scontare la pena all’interno di una struttura detentiva>>.

Il giovane è stato sì scarcerato, ma al momento è costretto su un letto d’ospedale <<Molto probabilmente il mio assistito, qualora dovesse riprendersi, non tornerà più come era prima>> dichiara il difensore <<ad oggi pare non riesca a piegare una gamba e i danni cerebrali li scopriremo solo col tempo>>.

La dinamica dell’aggressione, però, pare non essere chiarissima:-<<Sto effettuando una serrata attività d’indagine difensiva, poiché ancora non sono minimamente chiari né le dinamiche, né i contorni di questa vicenda>> commenta l’Avv. Prisciano <<Un primo dato emerso dalle indagini difensive è, ad esempio, quello tale per cui dal referto medico si evince che la gamba del tavolo con la quale è stato colpito il mio assistito era ricoperta da chiodi: non si tratta di lesioni, dunque, ma di un vero e proprio tentato omicidio aggravato dai futili motivi>>.

Secondo il difensore, subito dopo l’aggressione, l’Amministrazione Penitenziaria avrebbe posto in essere un comportamento che il legale reputa ostruzionistico e non collaborativo. <<Già subito dopo la mia nomina a difensore di fiducia ho, purtroppo, dovuto prender atto di come la Polizia Penitenziaria abbia tentato di rallentare la mia attività d’indagine difensiva all’interno dell’Ospedale di Udine: attività poi, ovviamente, autorizzata all’istante dal PM di turno; il giorno seguente” – afferma esterrefatto l’Avvocato Prisciano – “mi hanno addirittura precluso l’accesso ai locali in cui è stato commesso il tentato omicidio, impedendo, con irreversibile pregiudizio per le indagini difensive in corso, a questo difensore di poter documentare lo stato dei luoghi nell’immediatezza dei fatti o quantomeno prima che potessero essere soggetti a mutamento. Ad oggi sono ancora in attesa di conoscere i nominativi degli agenti in servizio quel giorno e di poter ricevere e verbalizzare le loro dichiarazioni testimoniali. Non so come dover decifrare tali comportamenti della Polizia Penitenziaria, che ritengo però ampiamente limitativi della mia attività d’indagine difensiva e, pertanto, arbitrari e gravissimi”.

Ciò che più sconcerta il difensore è soprattutto l’omessa vigilanza della Polizia Penitenziaria: <<Due detenuti che si erano già picchiati, uno dei due entra nella cella dell’altro mentre questo dorme e gli spacca il cranio con una gamba di un tavolo ricoperta di chiodi: dov’era in tutto questo la Polizia Penitenziaria? Com’è possibile che un soggetto, già noto per gesti di violenza all’interno del carcere, abbia potuto agire così libero e indisturbato? Troppe le tinte fosche in questa vicenda: voglio innanzitutto accertarmi che l’Amministrazione Penitenziaria abbia adottato ogni più opportuno accorgimento per evitare tutto ciò, visti anche i precedenti che c’erano stati. In carcere si va per scontare una pena, non per morire. La pena è volta alla rieducazione del reo, non alla sua morte>>.



Fonti:


Messaggero Veneto del 29.08.2023: articolo in foto (sopra).



 
 
 

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